Unbiased Monthly Report Febbraio 2023
- Simone Millesimo
- 10 feb 2023
- Tempo di lettura: 4 min
CHI BEN COMINCIA…
Nonostante le aspettative per il nuovo anno non partissero su basi molto confortanti con Fed e Bce ancora in modalità restrittiva ed una view degli operatori negativa su utili e margini societari, i mercati globali hanno iniziato molto bene il 2023 dando un’indicazione opposta rispetto alle dinamiche da crisi dell’anno scorso e confermando come i recuperi dell’ultimo trimestre del 2022 non avessero solo una valenza di carattere tecnico e speculativo. Il calo dell'inflazione e i dati sulla crescita migliori del previsto sono giunti, un pò a sorpresa, a spiegare perché gli asset rischiosi siano partiti con una marcia in più ma certamente il calo dei prezzi del gas e la veloce riapertura economica in Cina sono tra le ragioni principali per cui gli investitori sono diventati molto più fiduciosi e la discesa dei rendimenti obbligazionari, sia negli Stati Uniti che in Europa, riflette la crescente convinzione che la maggior parte dell'inasprimento monetario sia stato scontato. Le azioni a livello globale segnano a gennaio un rialzo superiore al 6% guidate in particolare dai mercati dell’area Euro tutti molto allineati in termini di performance con salite vicine o superiori al +10%. Restano più cauti Svizzera ed Inghilterra, comunque oltre il +4%, rallentate dalla struttura più difensiva dei rispettivi listini. Anche gli Stati Uniti, partiti con il freno a mano tirato, recuperano sul finire di mese sostenendo complessivamente la crescita e chiudendo un gennaio comunque fuori dal comune (Oltre +6%). La minore pressione sui tassi si è fatta sentire certamente anche sui mercati emergenti, dove i flussi di capitale si sono ripresi rapidamente negli ultimi mesi, innescando un significativo riallineamento delle aspettative. Cina, Hong-Kong, Taiwan e Korea, unitamente al Messico spingono il rialzo mentre fatica l’India e soprattutto la Turchia che inverte sensibilmente (-9%) il percorso di straordinario rialzo del 2022. Sotto il punto di vista settoriale il premio va maggiormente sui settori più ciclici con beta elevato creando una forbice di rendimento molto ampia (oltre il 10%) tra best performer (Technology, Telecom, Financial, Material e Discretionary) e worst. Il clima, decisamente più disteso, e la volontà e necessità di riallocazione favoriscono anche le obbligazioni con salite otre il 2% un po' su tutti gli indici rispettando la regola del maggior premio per i temi più rischiosi. Inizia bene l’anno anche l’Oro (+5.7%) ed in generale le materie prime in un comparto in cui l’indice generale rimane molto stabile (Crb +0.12%) rallentato dalle forti flessioni delle componenti energetiche (Gas -35% e Brent attorno alla parità). Non capita certo tutti i mesi di registrare performance così positive (avviene circa nel 10% dei casi) e soprattutto di avere rialzi così ampi proprio ad inizio anno ma i mercati negli ultimi mesi stanno certamente sorprendendo buona parte degli operatori soprattutto chi lega le dinamiche azionarie indissolubilmente all’andamento dei dati macroeconomici sottostanti che oggi faticano a giustificare totalmente i rialzi registrati. L’abitudine dei mercati ci dice che chi ben inizia è già a metà dell’opera e dunque, tipicamente, dopo un mese di gennaio così rialzista l’intero primo trimestre mantiene una impostazione positiva confermando o addirittura ampliando i risultati iniziali. Gli indicatori economici stanno migliorando, soprattutto nell'Eurozona, dove la recessione sembra meno profonda di quanto inizialmente previsto, ed in Cina che, con la rapida riapertura, dovrebbe tornare a supportare le prospettive di crescita globale. Lo slancio inflazionistico è migliorato quasi ovunque e dovrebbe continuare nei prossimi mesi sulla scia del calo dei prezzi dei generi alimentari e, soprattutto, dell'energia. Le prospettive di crescita diventano dunque un po' più rosee nel breve termine con un miglioramento del reddito reale delle famiglie, più consumi e la riduzione del rischio che le banche centrali, con continui rialzi dei tassi, spingano l'economia in forte recessione. Va detto che sull’altro piatto della bilancia dobbiamo continuare a fare i conti con utili prospettici in probabile contrazione e margini di profitto in diminuzione oltre alla scure dell’incertezza geopolitica sempre presente. In un contesto in cui il tema inflattivo permane ma gli evidenti segnali di stabilizzazione ne migliorano la lettura in termini di attese, il cambiamento più significativo, a livello di scenario globale, è certamente l'abbandono della politica zero-COVID da parte della Cina. Un cambiamento di rotta molto rapido che espone ad un contesto di salute pubblica più rischioso ma, al tempo stesso, offre, sotto il punto di vista economico e commerciale, molta più visibilità con ricadute a favore di un'imminente ripresa dei consumi sia interni al mercato cinese che globalmente laddove la ripresa della mobilità rappresentasse un processo duraturo con ricadute positive anche per i partner commerciali e per le materie prime. Le principali banche centrali non sembrano comunque ancora pronte a smettere di inasprire l’atteggiamento di politica monetaria ed il quadro di tassi alti ci accompagnerà a lungo ma l’intensità degli interventi potrebbe iniziare ad incontrare nei prossimi mesi una maggiore cautela pur senza che vari la direzione strategica di fondo. Sappiamo bene che il mercato azionario non è l'economia sottostante, fatto sta che, se anche questo ottimismo mal si combina con un quadro macro e micro-economico ancora comunque molto incerto, le recenti ampie salite degli indici oggettivamente sostengono un clima positivo per i mesi a venire. Non basta certo ad assicurare un percorso di crescita lineare ma, a dire il vero, questo molto raramente si manifesta sul mercato ed essere molto dinamici cogliendo le opportunità quando arrivano, resta la leva necessaria per migliorare sensibilmente il rendimento/rischio dei portafogli. Puntiamo dunque ancora sull’azionario, accettando qualche rischio di volatilità in più e se mai sfruttando eventuali flessioni per acquisti in logica speculativa con prospettive per il trimestre decisamente costruttive che dovrebbero continuare a riflettersi con la sovraperformance dei settori ciclici verso quelli difensivi ovvero in una maggiore potenzialità per le small cap rispetto alle large. Si confermano le attese positive sull'Eurozona sostenuta dalla percepita riduzione del rischio di recessione con un miglioramento atteso anche per i mercati emergenti favoriti dallo slancio di crescita, dal calo dei tassi di interesse oltre che dalla normalizzazione cinese post-Covid. Manteniamo una posizione più prudente invece sul reddito fisso. I flussi sui bond hanno invertito chiaramente la rotta negli ultimi mesi, segno di come i livelli di remunerazione attuali inizino ad essere attraenti dopo anni di rendimenti nulli, ma che questo basti a creare un valore reale netto positivo dipenderà dalla dinamica inflazionista e da quanto, di conseguenza, le autorità monetarie permarranno restrittive nel loro modus operandi. Per ora le banche centrali dei mercati sviluppati restano ancora aggressive e difficilmente cambieranno il loro approccio nell’immediato, nonostante il crescente ottimismo.